Reflusso gastroesofageo osteopatia

REFLUSSO GASTROESOFAGEO: L’OSTEOPATIA COME RIMEDIO NATURALE

CHE COSA SI INTENDE PER REFLUSSO GASTROESOFAGEO?

Quando mangiamo, l’esofago fa procedere il cibo verso il basso per poi riversarlo nello stomaco. Il passaggio tra i due è regolato dallo sfintere esofageo inferiore: un anello muscolare che tiene chiusa la parte inferiore dell’esofago in modo che il cibo e l’acido gastrico non refluiscano nell’esofago (immagine a sinistra).

Il reflusso gastroesofageo è il fenomeno di risalita in esofago del contenuto dello stomaco, contenuto che possiede una tipica natura acida, e quindi potenzialmente lesiva per la mucosa esofagea (immagine a destra).

Questo fenomeno è considerato fisiologico se occasionale e asintomatico, e si può verificare maggiormente dopo pasti eccessivi o in seguito al consumo di bevande gassate.

Quando invece la frequenza degli episodi si ripete con continuità (almeno una volta a settimana), si parla di vera e propria malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE), che consiste in quell’insieme di sintomi dolorosi e/o fastidiosi generati dal reflusso di enzimi e acidi gastrici nell’esofago.

SINTOMI

I sintomi più tipici sono:

  • Bruciore retrosternale (pirosi)
  • Rigurgito (liquido amaro nella cavità orale)
  • Disfagia, eruttazione, faringite, disfonia tosse irritativa, otalgia

CAUSE

  • Riduzione del tono dello sfintere esofageo inferiore
  • Alterazioni strutturali alla barriera anatomica data dall’angolo di HIS (l’angolo formato dalla giunzione di esofago e stomaco)
  • Svuotamento gastrico alterato
  • Riduzione della salivazione
  • Alterazione di tutti quei fattori e strutture anatomiche che stabilizzano l’esofago e la giunzione gastro-esofagea.

Questi sono i principali meccanismi alla base dell’insorgenza del reflusso gastroesofageo, i quali, a loro volta, possono essere influenzati dalla funzionalità del muscolo diaframma.

 IL DIAFRAMMA

Il diaframma è un muscolo situato all’interno della gabbia toracica, è a forma di cupola e di fatto separa gli organi toracici da quelli addominali; quando deve espletare la sua funzione respiratoria, si contrae compiendo un movimento definito “a pompa”, che lo fa abbassare comprimendo la massa viscerale. Immediatamente sottostanti il diaframma, ci sono lo stomaco e il fegato. Quando si è in buona salute, il diaframma compie la discesa e risalita più di 20.000 volte al giorno per farci respirare e vivere.

Tuttavia, in molte persone è presente una respirazione alterata, probabilmente legata allo stile di vita moderno. Frenesia, stress psicofisico, cattive posture. possono infatti portare a respirare prevalentemente con la porzione superiore delle coste, utilizzando quindi una respirazione più toracica, a discapito di quella diaframmatica.

Il reflusso gastrico e l'osteopatia

RUOLO DEL DIAFRAMMA NEL REFLUSSO GASTROESOFAGEO

Una limitazione della funzionalità diaframmatica che perdura nel tempo, con conseguente aumento del suo stato di tensione muscolare, può interagire negativamente con esofago e stomaco.

Ciò avviene a causa della stretta relazione anatomica tra lo sfintere esofageo inferiore e il diaframma (l’esofago attraversa letteralmente il diaframma tramite l’orifizio esofageo).

Inoltre, il diaframma (così come ogni altro muscolo) quando diventa molto rigido, modifica leggermente la sua forma naturale.

La perdita della sua caratteristica forma di cupola, provocherà una iperpressione costante sullo stomaco, le cui conseguenze possono essere:

  • ritardo nel normale svuotamento gastrico
  • aumento delle possibilità della formazione di un’ernia iatale (risalita di una porzione di stomaco al di sopra del diaframma)
  • manifestazioni muscolo-scheletriche come cervicalgia e dorsalgia dovute all’innervazione frenica del diaframma (il nervo frenico origina dalle radici spinali C3, C4 e C5)
  • tipico dolore riferito nelle seguenti zone: infrasca polare (dovuta all’innervazione ortosimpatica dello stomaco data del plesso celiaco), retrosternale, cervicale.

IL TRATTAMENTO DEL DIAFRAMMA

L’osteopatia può essere in grado di liberare il diaframma dalle tensioni che gli impediscono di fare il suo lavoro di tappo dello stomaco, attraverso tecniche di riequilibrio dei diaframmi corporei, tecniche fasciali di stiramento dei mezzi di connessione viscerale e tecniche di stimolazione neurovegetativa dei segmenti vertebrali che innervano diaframma e stomaco.

In questo modo si cercheranno di migliorare i sintomi e quindi i disagi del paziente.

Tuttavia, per fare in modo che i risultati ottenuti siano duraturi nel tempo, non basta effettuare ad ogni paziente questo tipo di trattamento, ma bisognerà cercare quale sia la causa di queste tensioni.

Potrebbe quindi essere necessario effettuare manipolazioni su strutture non strettamente connesse con le sedi del problema ma che nell’omeostasi globale del paziente risultano perturbanti e quindi da riequilibrare. È proprio in questo che l’osteopatia si differenzia da altri approcci riabilitativi.

LA SCIENZA OSTEOPATICA

L’osteopatia, riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, è una disciplina olistica che mira all’individuazione delle cause alla base della comparsa del sintomo, con l’obiettivo di ripristinare l’equilibrio globale del corpo.

Uno dei principi cardine dell’osteopatia è quello di considerare il corpo come un’unità, in cui convivono e si relazionano a stretto contatto il sistema muscolo-scheletrico, viscerale, cranio-sacrale, neuroendocrino ed emozionale.

I visceri scambiano costantemente informazioni con tutti i sistemi sopracitati, per cui non possiamo isolare la funzionalità di un organo rispetto a quella della struttura (osso, tendine, legamento) a cui si lega e da cui è contenuto, o di un vaso sanguigno che lo nutre e ossigena, o di un nervo che lo mantiene in attività e funzione costante.

Un trauma, una vecchia contrattura muscolare o una perdita di elasticità dei tessuti molli alterano la mobilità della struttura e questo avrà delle conseguenze sulla mobilità e funzionalità del viscere, con la conseguente manifestazione di sintomi disparati, sia di tipo miotendineo-articolare sia di tipo viscerale puro.

Questo processo può verificarsi anche a ritroso per cui, ad esempio, una gastrite cronica altererà la normale funzione e mobilità viscerale con disfunzione del relativo contenitore strutturale (costale e poi vertebrale), dando origine ad anomalie posturali e al tipico dolore riferito. Il termine “riferito” sta ad indicare che un viscere in disfunzione può per l’appunto riferire dolore alle componenti strutturali e muscolotendinee a cui è connesso.

Una problematica allo stomaco, ad esempio, può dare dolore riferito a vari livelli: retro-sternale, cervicale, dorsale (principalmente tra la 5° e la 9° vertebra).

Il ruolo dell’osteopata sarà proprio quello di riequilibrare gli elementi disfunzionali riscontrati, con l’obiettivo di ripristinare la fisiologia dei vari sistemi e favorire l’omeostasi del paziente, ovvero il suo equilibrio interno che sottende alla salute.

I risultati saranno ancora migliori se, dopo aver allentato le diverse tensioni (diaframmatiche e non), si insegnano al paziente esercizi di respirazione. Questi esercizi saranno mirati a imparare a usare nuovamente il diaframma, in modo da consentirgli di svolgere correttamente il suo lavoro di contenzione.

Se a tutto questo si associano esercizi mirati, tecniche di auto-massaggio da fare a casa e una dieta corretta, il reflusso gastroesofageo potrà essere ridotto di molto, o addirittura sconfitto!

BIBLIOGRAFIA:

1. Guaras N, Rodríguez-López ES, Lopez-Dicastillo O, Franco-Sierra MÁ, Ricard F, Oliva-Pascual-Vaca Á. Effects of Osteopathic Visceral Treatment in Patients with Gastroesophageal Reflux: A Randomized Controlled Trial. J Clin Med. 2019 Oct 19;8(10):1738. doi: 10.3390/jcm8101738. PMID: 31635110; PMCID: PMC6832476.

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Dott.ssa Laura Della Valle, Dott.ssa Stefania Doria responsabile medico dello Studio Medico Quantico

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